Allora ragazzi, finalmente ho completato l'assemblaggio della ARX (nel mio caso si tratta della ARX 540 nitro in versione motard) e, come promesso, ho deciso di realizzare una mini-guida fotografica delle fasi di montaggio per farvi conoscere meglio e nei dettagli questo gioiello tutto italiano.
Con l'occasione ringrazio i ragazzi della AR Racing per l'estrema disponibilità che hanno sempre dimostrato e per l'ingegno che hanno avuto nel realizzare qualcosa di veramente unico.
Partiamo allora alla scoperta di questo modello.
Si comincia con le parti del giroscopio.
Nel mio caso si tratta del giroscopio meccanico ma, vi ricordo, esiste anche quello elettrico (brevetto esclusivo AR). Il moto al volano in quel caso è trasferito da un piccolo motore brushless invece che dalla cascata di ingranaggi. Io ho scelto il maccanico perchè, a mio parere, in un'utilizzo in pista, potrebbe dare un aiuto meno "invadente" rendendo così la guida un pò più simile alle normali moto rc senza giroscopio.
Questo elemento infatti consente di mantenere quasi autonomamente in equilibrio il modello facilitando di molto la guida. E' utilissimo per chi vuole una moto facile da utilizzare sin da subito o in fuoristrada, dove le sconnessioni del terreno renderebbero indubbiamente difficile l'utilizzo di questi mezzi.
La prima fase di montaggio parte dal gruppo di ingranaggi satelliti.
L'insieme prevede un bellissimo supporto in ergal con quattro colonnette sulle quali vanno inseriti appunto gli ingranaggi. Ognuno ruota su ben due cuscinetti a sfera a garanzia di un'ottima scorrevolezza. Vengono fissati al supporto tramite viti a testa esagonale da 2mm che si inseriscono a scomparsa nelle apposte sedi.
Il tutto viene inserito sull'albero centrale che terrà tutto il gruppo ruota posteriore e andrà ad inserirsi direttamente sul forcellone. I satelliti prenderanno il moto dalla corona fissata all'interno del cerchio posteriore, ma questo lo vedremo in seguito.
Proseguiamo con il gruppo frizione
La frizione ha la funzione di mettere in movimento il volano. E' composta da due grossi ceppi in alluminio con tre grani di regolazione del peso ciascuno per variarne eventualmente l'azione. I ceppi sono uniti tra loro da due molle fissate direttamente sui ceppi stessi. Il gruppo va ad inserirsi nelle apposite sedi sul piattello in teflon.
Questo andrà a collocarsi anch'esso sull'albero centrale, scorre su cuscinetto e, dal lato opposto ai ceppi, presenta un ingranaggio centrale che riceve il moto dai quattro satelliti visti in precendenza. All'aumentare dei giri ruota quindi aumenteranno di molto i giri del piattello facendo così dilatare i ceppi e mettendo in movimento il volano.
Passiamo quindi a descrivere proprio questo elemento fondamentale del modello
Il volano viene fornito preassemblato ed è composto da un anello esterno metallico piuttosto pesante che serve da massa rotante. Il corpo centrale è in teflon; presenta una sede dal lato frizione per ospitarla e ruota su cuscinetti. Il rasamento in teflon che vedete coprire i ceppi frizione è presente nell'ultima versione di volano meccanico e serve ad impedire lo sfregamento della frizione stessa nella sede del volano.
La rotazione di questo elemento fa sì che, proprio per effetto giroscopico, esso tenda a creare una forza perpendicolare all'asse di rotazione. Questa contrasta quindi con l'inclinazione che la moto può assumere aiutandola a restare dritta. Il limite del volano meccanico è rappresentato dalla variazione dei giri al variare della rotazione della ruota. Su piste lente ad esempio l'effetto sarà minore che su piste veloci nel caso in cui il giroscopio non riesca a raggiungere una velocità sufficientemente adeguata rendendo appunto la guida un pò più simile alle normali moto rc.
Proseguiamo inserendo il gruppo frizione nell'apposita sede del volano
L'insieme è molto compatto ed estremamente scorrevole. Il lato opposto agli ingranaggi andrà ad inserirsi nel semicerchio lato catena.
Notate come resti ancora dello spazio libero tra i satelliti esterni ed il bordo del volano. Vi si inserirà la corona esterna montata sul cerchio che darà proprio il movimento a tutto il gruppo.
Da questa foto è anche possibile notare come ogni mozzo ruota sia fissato da ben sei viti al semicerchio e anche qui tutto ruota su cuscinetti.
Andiamo quindi ad unire i due semicerchi fissandoli con sei viti autofilettanti
La presenza di precisi distanziali in alluminio all'interno ed all'esterno del cerchio consente un fissaggio semplice e stabile al forcellone.
La sede centrale alla giunzione tra i due semicerchi serve ad ospitare la striscia adesiva in spugna di riempimento per la gomma posteriore la quale andrà poi fissata solo ad incastro senza colla.
Anche la corona esterna è fissata in ben sei punti al mozzo e presenta sei fori di alleggerimento.
Stessa struttura di base anche per il cerchio anteriore senza ovviamente tutto il gruppo del giroscopio.
Tra l'altro è stato realizzato, per la versione motard, un impianto frenante a disco da montare proprio sulla ruota anteriore molto bello ed efficace.
Uniamo quindi la ruota posteriore al forcellone.
Questo presenta due travi laterali in alluminio molto robuste fissate ad un corpo centrale in plastica. Il punto di fissaggio al perno del telaio ruota su cuscinetti e posteriormente sono presenti due lunghi grani per un'agevole regolazione della tensione della catena.
Si procede quindi con l'inserimento del perno sul forcellone al quale andranno fissati il pignone e, dal lato opposto, la corona la quale prenderà il moto dalla campana del motore. La corona è fissata con quattro viti ad un bellissimo supporto in ergal.
Montiamo la catena facendola inserire bene sul pignone e sulla corona. Si fissa con una falsa maglia come per tutte le altre catene.